Dal primo controllo oculistico agli occhiali per bambini: la salute degli occhi parte da piccoli

Chi ben comincia, si sa, è a metà dell’opera. Ecco i consigli della nostra équipe “Salute dell’occhio”, composta da oculisti, ortottisti e ottici che lavorano insieme, per prendersi cura della salute degli occhi fin dai primi anni vita.

 

La parola all’oculista: controlli della vista, prevenzione e attenzione ai segnali
(a cura del Dott. Filippo Cambieri, oculista Santagostino)

Sin dalla nascita i bambini vengono sottoposti a regolari visite di controllo e di screening.
Fra queste, i controlli oculistici sono da considerarsi prioritari, perché la prevenzione rappresenta uno strumento irrinunciabile per la salute degli occhi, soprattutto dei più piccoli.
La prima visita oculistica può essere eseguita a qualunque età, ma in assenza di importanti patologie oculari è consigliabile che sia effettuata ai 3 anni, ovvero al momento dell’inserimento alla scuola materna.

Un secondo controllo andrebbe effettuato al momento dell’ingresso nella scuola elementare, ovvero ai 6 anni, per poi valutare le successive a seconda della tipologia ed entità del difetto visivo riscontrato.
Nel caso di ametropie (difetti refrattivi) importanti i controlli possono avvenire anche ogni 6-8 mesi per rilevare precocemente eventuali segni di progressione, ciononostante, anche in assenza di ametropie, i controlli dovrebbero mantenersi a cadenza annuale per tutta la durata delle scuole elementari. Successivamente, e solo in caso di assenza di disturbi visivi, possono essere dilazionati ogni 2-3 anni, salvo soggettivo peggioramento. È di fondamentale importanza eseguire controlli in età pre-scolare, poiché il periodo di sviluppo dell’apparato visivo si completa intorno ai 6-8 anni di età e un difetto visivo adeguatamente corretto entro tale periodo può consentire un recupero pressoché completo della capacità visiva del bambino. Al contrario, un ritardo nella diagnosi e nella correzione del difetto può condurre all’insorgenza di un’ambliopia (cosiddetto “occhio pigro”), che consiste in un deficit visivo permanente e irreversibile. 

Una considerazione per i genitori: non è sempre semplice rendersi conto se il proprio bambino vede bene oppure mostra delle difficoltà. Ciò vale specialmente per i bambini nella prima infanzia, che non sono ancora in grado di comunicare verbalmente il loro disagio visivo, che dunque potrebbe essere frainteso o passare inosservato. Per i bimbi più grandi che cominciano a frequentare la scuola elementare, invece, se riferire un disturbo visivo risulta certamente più agevole, possono esservi problematiche legate al timore o alla “vergogna di non vedere bene”.
I genitori, insieme agli insegnanti, sono naturalmente le prime figure che possono accorgersi di eventuali deficit visivi, manifestati a casa, a scuola o durante le attività sportive. Vediamo alcuni segnali a cui prestare attenzione: 

  • lo strizzare o il socchiudere gli occhi nella visione a distanza
  • l’azione di “stortare” gli occhi 
  • inclinare o ruotare il capo durante i compiti
  • lamentare mal di testa ed “occhi stanchi ed affaticati” a fine giornata. 

La capacità visiva influisce enormemente sulla crescita e lo sviluppo del bambino in età scolare, sia in termini psico-fisici che di apprendimento. Un difetto visivo non corretto può creare difficoltà nello studio, con conseguente calo del rendimento scolastico; alcune attività sportive (soprattutto quelle di precisione) possono divenire sgradite o mal tollerate. Il bambino che non vede bene può, in alcuni casi, incontrare difficoltà anche nella sfera sociale ed emotiva, temendo il giudizio dei compagni  e degli adulti con cui si relaziona. In questo particolare momento storico nel quale l’impiego della DAD e l’uso di schermi e dispositivi elettronici sono stati particolarmente intensi, si è assistito a un incremento dei difetti visivi, in primis della miopia. È ampiamente noto, infatti, come fra i fattori di rischio dello sviluppo della miopia vi sia una prolungata attività “a distanza ravvicinata” in ambienti chiusi e limitati. Per contro, l’attività all’aperto e il “focusing” per lontano avrebbero la capacità di ridurre il rischio di svilupparla. 

Da ultimo, è utile apportare chiarezza in merito all’idea che il bambino, ma spesso anche il genitore stesso, hanno della visita oculistica pediatrica. Non di rado le temute “goccine” sono ritenute motivo sufficiente per ritardare un controllo che potrebbe consentire una precoce rilevazione ed una più efficace correzione del disturbo visivo, con sostanziale miglioramento della qualità di vita del bambino. La visita oculistica in età scolare si articola in una prima parte in cui viene testata l’acuità visiva, con o senza correzione, e in una seconda parte volta a rilevare eventuali ametropie presenti in cicloplegia (dopo la somministrazione delle “goccine”) e a valutare in midriasi le strutture oculari, fra cui il cristallino, il nervo ottico e la retina. Soprattutto nei primi anni di età scolare, è fondamentale la collaborazione del bambino: quindi, genitori, fate un piccolo sforzo per preparare vostro figlio alla visita oculistica! Potete spiegare che si tratta di una sorta di gioco e, come tutti gli altri giochi, ha regole ben precise da seguire, ma quasi sempre termina con una gradita ricompensa.

 

Le buone abitudini, il parere dell’ortottista
(a cura della Dott.ssa Anna Santini, ortottista Santagostino)

Quando parliamo di salute degli occhi dei bambini è fondamentale la stretta collaborazione tra oculista e ortottista: il primo valuterà la presenza (o meno) di un difetto refrattivo mentre il secondo quella di una eventuale alterazione della visione binoculare. L’ortottista è lo specialista che capisce se sono presenti deviazioni degli assi visivi e che, eventualmente, valuterà lo stato di accettazione degli occhiali pediatrici, l’effettivo miglioramento visivo e la conseguente risoluzione di anomalie sensoriali.

Ancora prima che il bambino effettui una visita specialistica, sono i genitori che possono individuare dei segnali di disagio, come per esempio la chiusura di un occhio in certe situazioni, l’inclinazione del capo, la svogliatezza nel leggere o nello scrivere, l’ammiccamento nel guardare da lontano (cioè, il cosiddetto “strizzare gli occhi”). Se vengono poi prescritti degli occhiali pediatrici, il consiglio è di controllare che gli occhiali vengano portati costantemente e di monitorare lo stato delle lenti, in modo da accorgersi di graffiature o segni che ne riducono l’utilità.

In generale, infine, è importante prestare attenzione agli schermi luminosi di tablet e cellulari perché mettono a dura prova la collaborazione tra i due occhi, specie in presenza di piccoli strabismi latenti. 

 

I consigli dell’ottico: occhiali per i bambini
(a cura della Dott.ssa Silvia Fumi, ottica optometrista)

Per l’acquisto di un paio di occhiali per bambini, la scelta di montatura e lenti deve essere valutata con attenzione, dando importanza alla qualità dei materiali: il consiglio è quello di scegliere prodotti anallergici, resistenti, leggeri, sicuri e marchiati CE.

Per quanto riguarda la montatura, gli elementi tecnici su cui focalizzare l’attenzione senza scendere a compromessi sono la forma, la dimensione e i componenti (aste, ponte e naselli). Massima libertà, invece, nella scelta dei colori degli occhiali che dovranno essere indossati con piacere e senza timore.
Si consigliano forme più ampie in altezza ma che non tocchino le guance; le forme tondeggianti e ovali sono da prediligere ma anche quelle squadrate possono essere prese in considerazione, purché non tagliano lo sguardo.
Gli occhi devono essere sempre ben centrati all’interno dell’orbita della montatura perché il bambino deve guardare in tutte le posizioni di sguardo senza poter “sbirciare” al di fuori.

Gli elementi fondamentali per garantire la stabilità degli occhiali sono aste, ponte e naselli.
Le aste non devono essere troppo lunghe o esercitare una pressione eccessiva su tempie e orecchie, il ponte o i naselli devono appoggiare comodamente sul naso, per questo le proporzioni sono sempre da tenere in considerazione.

Bisogna evitare di prendere delle montature di misure più grandi pensando di poterle sfruttare per più tempo, in quanto potrebbero compromettere la funzionalità degli occhiali. Esistono anche degli adattatori in silicone da applicare sulle aste per migliorare la tenuta.

La scelta delle lenti è un altro fattore fondamentale e deve essere effettuata anche in base al tipo di difetto visivo. Lenti infrangibili ed alta resistenza sono sicuramente consigliate per tutte le fasce di età, per aumentare la sicurezza legata ad eventuali urti e con protezione UV inclusa.

Tutte le nostre lenti includono i tre trattamenti principali, indurente che aumenta la resistenza ai graffi, idrofobico per facilitare la pulizia e l’antiriflesso per aumentare la qualità visiva anche in presenza di luci artificiali. È poi anche possibile inserire il filtro anti luce blu, per una protezione completa da tutti i dispositivi elettronici che ormai fanno parte delle vita scolastica dei bambini.

La centratura è un elemento essenziale per garantire la funzionalità degli occhiali e renderli personalizzati. Questo perché ogni lente ha un centro che deve essere posizionato in corrispondenza del centro pupillare del portatore per garantire una visione nitida.

Nei nostri corner di vendita Occhiali, durante la consulenza gratuita con l’ottico, viene misurata la distanza interpupillare, cioè la distanza in millimetri tra il centro della pupilla dell’occhio destro e quello dell’occhio sinistro, per poter poi approntare le lenti correttamente.